Voci dal Novecento
6 9 2019
Voci dal Novecento

Interventi musicali di Fabrizio Paterlini

La nutrita squadra dei narratori italiani comprende nuove voci e frequentatori assidui di Festivaletteratura: i loro racconti ci toccano come individui e collettività.


Elia Malagò e Antonio Prete danno il benvenuto alla seconda edizione di Voci dal Novecento, voci di poeti “dimenticati” del nostro Novecento. Accompagnati dal pianoforte di Fabrizio Paterlini, gli spettatori entrano subito in un’atmosfera fuori dal tempo. Non solo per il fatto che si leggano poesie, si navighi con le parole attraverso immagini, sentimenti, quotidianità perdute, ma perché si parla della vita dei poeti, delle loro amicizie, del loro modo di scrivere. Di cosa hanno lasciato.

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Così iniziamo con Gesualdo Bufalino che parla attraverso Antonio Prete di amici morti, di feste paesane, di pensieri, di paesaggi. Poi Giovanna Sicari, la cui poesia è stata “trovata” da Donatella Di Pietrantonio; poesia presa e compresa, che è arrivata in fondo per svelare lo spessore umano nella provvisorietà. Oppure Luigi Di Ruscio (raccontato da Piersandro Pallavicini), poeta misterioso, autodidatta che emigra ad Oslo dove si sposa e lavora. Quindi Beppe Salvia, letto con stupore da Umberto Fiori negli anni ’80 perché così intenso e interessante rispetto all’epoca. Candido e chiaro. La musica di Paterlini trasforma in note le parole degli autori, sono ormai un tutt’uno e l’atmosfera continua. Daria Menicanti, sotto le cui finestre passa Anna Maria Farabbi creando una prossimità imperdonabile e una necessità di conoscerla, di leggerla. Fabrizia Ramondino, ospite al Festivaletteratura per due volte, recitata da Vanna Mignoli. Nelle sue poesie troviamo viaggi, distacchi, ritorni. Perché il nostro destino è quello di andare, di cercare sulle strade del mondo un “altro” che spesso non c’è. Attesa, mistero e magia. Alberto Cappi la cui poesia, ci dice Afro Somenzari, incontra il verbo e appare in parola. E poi Remo Pagnanelli, nel ricordo commosso di Elia Malagò. Un giovane che sapeva tutto, attento al territorio, penna facile e acuta, che scrisse critica letteraria ancora oggi di riferimento. Usando parole come macigni invalicabili. Infine un regalo per il pubblico, un pensiero a Pierluigi Cappello che colpì così profondamente Prete, Malagò e Paterlini. Aveva la poesia “dentro” e quindi noi possiamo solo leggere e suonare “parole povere” cercando di ricordare la voce che aveva quando leggeva. Una bellissima corrispondenza di sensi.


Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

Evento 6 “Enrico detto Erri” - Evento 23 “I personaggi della Buona Novella” - Evento 34 “Fede” - Evento 40 “L'umanità come il vento, non si chiude in una scatola” - Accenti giovedì 5 ore 17:00 “Lo scrittore vacante” - Giovedì 5 ore 19:00 “Per un museo della lingua italiana: la moda” - Evento 59 “La difficile arte della commedia” - Evento 82 “Uno tanti insieme diversi” - Evento 97 “Tramandare la storia può salvare il mondo” - Evento 102 “L’amore è per sempre” - Evento 117 “Mi chiamo Alex Zanardi e sono un pilota” - Evento 123 “Voci dal Novecento” - Evento 130 “Identità e memoria” - Evento 147 “La mia terra canta” - Evento 184 “Una lingua per ogni emozione” - Evento 185 “Ci sarebbe poco da ridere” - Accenti domenica 8 ore 15.00 “Le montagne di Fosco” - Evento 214 “In viaggio” - Evento 225 “Mi piace la parola libertà”.

Festivaletteratura