Che fare...con la Rivoluzione Francese?
7 9 2017
Che fare...con la Rivoluzione Francese?

La sua capacità di influenzare le masse nella direzione del pensiero democratico è stata la grande vittoria di Paine, ramingo ed esiliato

Il centenario della Rivoluzione d'Ottobre sarà l’occasione per indagare il rapporto incendiario tra letteratura e rivoluzioni:

Che fare? si propone come un percorso per rileggere alcuni dei libri che hanno scatenato rivolte e sommovimenti sociali, per discutere di guerre civili e analizzare la figura di Fidel Castro. Ne hanno già parlato Alessandro Portelli e Marcello Flores, ma ne discuterà ancora Gian Enrico Rusconi.


Dalla capanna dello Zio Tom ai diritti dell’uomo, il percorso Che fare? ha raggiunto questo pomeriggio la sua seconda tappa. Guidato dagli interventi di Marcello Flores, professore di Storia Contemporanea e Storia Comparata presso l’Università di Siena, il progetto si è soffermato sul peso de I diritti dell’uomo di Thomas Paine (1791), pensatore inglese annoverato tra i Padri Fondatori degli Stati Uniti d’America e alleato della Rivoluzione Francese. Paine, dunque, si presenta come un autore il cui fervore intellettuale ed etico è unito a un eguale impegno nelle rivoluzioni di fine Settecento. I diritti dell’uomo nasce proprio come difesa degli ideali della Rivoluzione del 1789 contro la denigrazione di questi ultimi da parte del connazionale Burke, che ripudiava in toto la legittimità della Rivoluzione Francese e ne preannunciava i risvolti nefasti. Paine, invece, affermò la necessità del rovesciamento del dispotismo francese in quanto espressione di auto-tutela da parte del popolo e la descrisse come premessa per l’affermazione della naturale eguaglianza tra individui, fossero essi nobili o contadini. La Rivoluzione Francese, che secondo Flores prende ispirazione dallo spirito di quella americana, è per Paine anche territorio fertile per la costituzione di un’associazione politica che tuteli i diritti naturali dell’uomo e designazione del corpo della Nazione come unica fonte della sovranità.

Proprio la lealtà di Paine nei confronti dell’eguaglianza tra uomini che fondava la Prima Repubblica gli costò l’esilio dalla Londra monarchica e lo costrinse alla permanenza nella Francia rivoluzionaria, la cui successiva svolta autodistruttiva lo portò rischiare anche lì la vita. La fuga di Paine dal pur liberale Regno Unito è una clamorosa sconfitta per la teoria dei diritti umani dichiarata dalla sua opera: essa, infatti, non si è tramutata in rivoluzione. Tuttavia, secondo Flores, questo non è sinonimo di una débâcle totale del pensiero di Thomas Paine: I diritti dell’uomo fu un clamoroso successo editoriale, il cui numero di copie vendute nella sola Gran Bretagna supera tutt’oggi quello mondiale dei moderni best-seller di J.K. Rowling e di Dan Brown. La sua capacità di influenzare le masse nella direzione del pensiero democratico-liberale è stata la grande vittoria del Paine ramingo ed esiliato, il quale amava dire che «l’aver preso parte a due rivoluzioni significava aver dato senso alla propria vita».

Potete anche seguire l'intervista rilasciata a Festivaletteratura

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Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone gli eventi 7 CHE FARE? "La capanna dello zio Tom" di Harriet Beecher Stowe - 83 CHE FARE? "Mein Kampf" di Adolph Hitler - 100 ADESSO SONO NEL VENTO - 113 DA QUALE PARTE STAI? - 176 FIDEL DOPO FIDEL

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