Bravi ricercatori nonostante le classifiche
7 9 2018
Bravi ricercatori nonostante le classifiche

La ricerca scientifica italiana tra eccellenza, meritocrazia, budget e valutazioni della produttività scientifica

Da sempre attento alle questioni e alle sollecitazioni proposte dalle scienze esatte, Festivaletteratura inaugura quest'anno Scienceground, un terreno per il confronto scientifico, aperto per tutta la durata della manifestazione presso lo spazio di Santa Maria della Vittoria. Animato da una piccola comunità scientifica temporanea composta da giovani ricercatori e studenti universitari, Scienceground funzionerà come luogo di scoperta, dialogo e approfondimento per riaffermare il valore fondamentale del giudizio e del discorso scientifico proprio a partire dal tanto controverso concetto di dato, attraverso giochi, workshop, videoconferenze, interviste dal vivo e una piccola biblioteca tematica.


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In ambito accademico diverse categorie di classifiche si diffondono con sempre maggiore frequenza, impattando sempre più profondamente sulla vita e sul lavoro di professori e ricercatori. Classifiche delle università, classificazioni delle riviste, indicatori della produzione scientifica di ateneo, dipartimento o individuale. Le classifiche delle università, poi, vengono spesso riprese dai giornali con titoli a effetto che denunciano la scarsa qualità dei nostri atenei. Ma è davvero così? Federico Bertoni, professore ordinario di Teoria della letteratura all’Università di Bologna, e Giuseppe de Nicolao, professore ordinario di Identificazione dei Modelli e Analisi dei Dati all'Università di Pavia e fra i fondatori del sito ROARS, che si occupa di analisi dell’accademia e della ricerca scientifica, presentano dei dati per problematizzare la questione e comprenderla oltre i facili slogan spesso usati dai giornali. E se è vero che le graduatorie internazionali non premiano gli atenei italiani, è pure necessario sottolineare che tali classificazioni non sono neutre e oggettive, né prive di errori. Un celebre caso è quello della classifica THE, di Thompson Reuters, che nel 2010/2011 posizionava l’Università di Alessandria d’Egitto al 147° posto, più in alto di tutte le italiane. Questo risultato era l’effetto della straordinaria produzione scientifica di un unico ricercatore, che però aveva pubblicato oltre 320 articoli in un’unica rivista scientifica (di cui era peraltro l’editor, ovvero la persona deputata a selezionare cosa pubblicare).

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Incrociando i dati, poi, De Nicolao ci mostra che molto spesso queste classifiche premiano il budget degli atenei e che, quindi, atenei più ricchi producono risultati migliori. Risultato forse non controintuitivo, ma che diventa preoccupante se lo si contestualizza: nel 2012, ad esempio, il Fondo Finanziario Ordinario – la quantità di denaro data agli atenei dallo Stato Italiano – era di poco meno di 7 miliardi di euro, a fronte di circa 1,6 milioni di studenti. Nello stesso anno, le spese operative di Yale e Harvard, messe insieme, erano circa il 75% dei soldi a disposizione delle Università italiane. Queste due università, però, avevano solo 33.000 studenti. Ma i numeri preoccupanti non finiscono qui: l’Italia è ultima per numero di laureati nella fascia d’età compresa tra 25 e 34 anni sia in Europa sia nei paesi OCSE.

Nonostante questi dati sconfortanti, la produzione scientifica dei ricercatori italiani è molto buona: la produttività degli scienziati italiani non è inferiore a quella dei colleghi stranieri, che spesso operano in condizioni oggettivamente più favorevoli. Per cambiare la situazione bisognerebbe investire risorse nelle Università italiane. Ma il timore è che dietro la sempre maggiore enfasi verso la meritocrazia, che costringe gli scienziati italiani a oberanti attività di valutazione e autovalutazione della produzione scientifica, ci sia soprattutto il desiderio di operare nuovi tagli e chiusure, nascoste da un approccio apparentemente tecnico e neutrale, che maschera le scelte politiche dietro indicatori solo apparentemente oggettivi.


Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

Lavagne mercoledì 5 ore 18.00 - Lavagne giovedì 6 ore 19.00 - Evento 52 “Non è che siamo tutti newton o Galileo” - Evento 72 “Scienza e società 2.0” - Evento 84 “Quale cura per la memoria?” - Lavagne venerdì 7 ore 19.00 - Lavagne sabato 8 ore 17.00 - Evento 167 “La lunga strada del DNA” - Evento 189 “Una storia stupefacente” - Lavagne domenica 9 ore 17.00.

Festivaletteratura