Dalla parte dei più deboli
11 9 2022
Dalla parte dei più deboli

L’attualità della Legge 180

Per anni Franco e Franca Basaglia hanno firmato insieme i propri documenti.

C’era totale identificazione ed era difficile riconoscere quello che era dell’uno o dell’altra. Franca Ongaro, protagonista del movimento basagliano, attua un rovesciamento di sguardo sulla malattia psichiatrica. Che diventa cultura dei diritti, cultura democratica. Sempre più messa in discussione, soprattutto in questi tempi.

La rivoluzione basagliana, spiega Annacarla Valeriano intervistata da Simonetta Fiori, è cultura attenta al dolore di una persona, per restituirle dignità e diritti. Purtroppo all’incontro manca Alberta Basaglia che avrebbe dato un contributo importantissimo allo sviluppo di questi concetti. Franca, come troppe donne, non fu riconosciuta appieno nella sua importanza. Valeriano, autrice del libro “Contro tutti i muri”, ha svolto un enorme lavoro di ricerca sull’archivio di Franco e Franca, ha attinto a carte preziose custodite da Alberta. La scoperta che ha più colpito l’autrice è stata la straordinaria capacità di scrittura di Franca. Andò oltre la doppia firma.

Scrive per capire, per capire se è ancora in grado di capire il reale, ed agganciarsi ad esso spiegando a se stessa se le proprie riflessioni fossero comprensibili agli altri. Capacità di una donna di scandagliare la realtà. La radicalità del suo pensiero diede un apporto fondamentale al movimento, alla rivoluzione. Lei sostiene Franco nei momenti di sconforto, di difficoltà a proseguire il lavoro. In ospedale a Gorizia capisce che tutte le sue forze devono essere rivolte qui. Franca introduce la componente sociologica nell’ambito psichiatrico. La prospettiva sociologica è importante per comprendere le storie dietro la malattia e tramite questo ridare umanità alle persone. Si arricchisce così la prospettiva per cambiare finalmente il punto di vista e l’approccio. Il malato non è più un numero, spogliato di tutti i diritti, ma una persona bisognosa di cure e di affetto.

Una vera rivoluzione culturale. A Gorizia diventa volontaria nei reparti, vive direttamente il problema dell’ospedale. La comunità terapeutica è importante, ma non basta, deve aprirsi all’esterno verso una società che accoglie. Franca si accosta ai malati con una grande umanità, senza pregiudizi. Con lo spirito di voler stabilire un rapporto con l’altro, di incontrare la diversità e trovare in questo un arricchimento. Abbraccia la contraddizione dell’Altro. E bisogna far conoscere quello che succede dentro i manicomi, vuole che gli sguardi persi di queste persone incontrino quelle delle altre persone. Si deve stabilire un rapporto tra il chiuso dell’ospedale e la società aperta. Perché la mortificazione dei corpi non è la soluzione.

Anche per questo scrive il saggio Salute / Malattia. Stesso approccio Franca lo ebbe per la condizione femminile. Ma ancora la società non era pronta a queste considerazioni. Fu femminista prima del tempo. A quali diritti le donne vogliono arrivare? Il maschio guarda la donna solo come corpo, e poi come moglie e madre. Addirittura la scienza medica ha dei pregiudizi sul corpo femminile, diverso e inferiore rispetto a quello dei maschi. Le donne vengono ricoverate e quindi etichettate con malattie sempre legate alla sessualità e alla morale. Il femminismo deve essere un movimento di pressione per arrivare ai diritti, al diritto all’aborto e alla focalizzazione sul problema della violenza. Ogni parola che ha scritto era poi un dialogo con Franco, in un rapporto ricco di contraddizioni, di dialettica. Un confronto infinito che però arrivava ad incontrarsi su un terreno comune. Per creare qualcosa che prima non c’era. La diversità dell’uno dialoga con la diversità dell’altro. Ci sono differenze naturali ma le divergenze non impediscono mai l’agire insieme.

Diventa senatrice dal 1983 al 1992 e non smette mai di rimanere accanto alle famiglie in difficoltà con i propri malati a causa del ritardo con il quale si applica la legge Basaglia (che è una legge quadro e ha bisogno di attuazione da parte delle Regioni). La legge 180 deve essere applicata e non viene fatto perché mancano le risorse, le strutture, ma troppe volte anche la volontà politica. Occorrono servizi su misura dei bisogni, non solo burocrazia. Ci sono stati 12 tentativi di cancellare o modificare questa legge. La mistificazione è sempre stata utilizzata per denigrare e sminuire la portata della rivoluzione. Le famiglie in difficoltà lo sono per l’assenza dello Stato, non perché sono deluse dalla 180. La malattia esiste e non c’è mai stata la volontà di negarla. Franca porta a discussione in Parlamento due disegni di legge per ricalibrare tutto. Non vengono approvate ma sono lo spunto per migliorare le cose e finalmente applicare la riforma. Ma è sempre lotta.

Alberta Basaglia denuncia infatti che si sta cercando di svuotare il modello friulano. E’ in atto una disarticolazione della cultura dei diritti che vediamo anche in molti altri campi. Deve quindi rimanere in noi, invece, un senso del possibile su una realtà sempre più difficile e intoccabile. In modo che i diritti degli ultimi non vengano messi in discussione. I malati sono i deboli tra i deboli. La malattia mentale è un dolore profondo che si allarga alle famiglie. Occorre portare avanti questa battaglia perché ci sia un mondo migliore.

Festivaletteratura