Frank Zappa, il musicista anti-rockstar
12 9 2015
Frank Zappa, il musicista anti-rockstar

Gli eventi di Festivaletteratura dedicati all'eroe americano

Una serata per riscoprire Frank Zappa, il controverso musicista cui sono dedicati gli appuntamenti con Giordano Montecchi, musicologo e critico musicale, e Marco Dalpane, pianista e compositore.

L'importanza e la complessità di Frank Zappa sono illustrate dallo storico e critico musicale Giordano Montecchi nel corso del primo evento dedicato alla riscoperta dell'artista: la lavagna Chi è Frank Zappa, e perché parla male di me?, di seguito raccontata.

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Frank Zappa, compositore e chitarrista di Baltimora, è considerato uno dei più grandi talenti musicali del secolo scorso. Montecchi, però, mette in guardia fin da subito subito: capire Frank Zappa è molto difficile, è quasi una Mission Impossible. Nelle sue canzoni si sentono influenze rock, blues, jazz e classiche. Non si può parlare di un genere preciso.

Tra i riferimenti principali di Zappa troviamo un musicista blues, Captain Beefheart. I suoi assoli, a tratti rabbiosi, erano amati ed emulati molto da Zappa. Il musicista americano considerava il ritmo e la batteria come la sostanza della musica. E qualsiasi genere si suonasse, secondo lui doveva avere un metro. Zappa coniò il concetto di dissonanza ritmica. Uno dei brani capolavoro di Zappa è “Black Page” (il nome si riferisce all’aspetto scuro dello spartito per l’alto numero di gambe delle note sul pentagramma).

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Black Page” era molto difficile per i musicisti che lo eseguivano e Zappa era molto intransigente: non tollerava errori. Realizzò anche una version 2 di “Black Page”, più light, per il pubblico del rock'n'roll. Montecchi evidenzia che il voler creare una versione leggera e una difficile dello stesso brano è una vera raffinatezza.

Frank Zappa credeva nel contrasto, nella combinazione di elementi semplici ed elementi complessi. L’impianto della canzone tipica di Frank Zappa è modale invece che tonale. La modalità può essere vista come una tavolozza di colori rispetto ai due (tasti bianchi e neri) della tonalità. Nello specifico, Il Modo Lidio è fondamentale nella musica di Frank Zappa. Il Modo Lidio (o Scala Lidia) è una scala modale che noi costruiamo sulla quarta nota della scala maggiore. Nonostante i tecnicismi musicali, Giordano Montecchi è riuscito ad avvincere il pubblico, anche attraverso l’ascolto di spezzoni musicali e di un paio di test che hanno dimostrano la bravura degli ascoltatori nel riconoscere la “cifra” stilistica di Frank Zappa.

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Durante il secondo appuntamento della serata Marco Dalpane, pianista e compositore, ha eseguito delle suggestive trascrizioni per pianoforte delle canzoni più famose di Frank Zappa.

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Il pianista ha raccontato che l’idea di suonare la musica di Zappa deriva proprio dalla difficoltà di inquadrarla:

Zappa è un lavoro duro. Genio iconoclasta e absolutely free è sicuramente uno dei protagonisti della musica del Novecento. Un eroe americano, come Ives, come Gershwin, Monk, Cage e qualcun altro. I suoi studi musicali dal punto di vista accademico si riducono a ben poca cosa, ma pur vivendo nella periferia americana fin da giovane è attratto dall’intensità che sprigiona dalle pagine di Edgar Varèse, il compositore che ha definitivamente riconsiderato il timbro come parametro essenziale della composizione.

È stata, dunque, una sfida nata da una passione. Dalpane ha illustrato anche il difficile rapporto intercorso tra il musicista, e le orchestre. L’unica eccezione fu l'Ensemble Modern, un’orchestra da camera tedesca, diretta da Peter Rundel. Ne nacque una collaborazione che diventò "The Yellow Shark", l’ultimo album pubblicato da Frank Zappa (dopo la sua morte, però, uscirono altri lavori e molti bootleg).

Il musicista ha suonato anche una versione per pianoforte di Black Page, spiegata poco prima in Piazza Mantegna da Giordano Montecchi, che lo ha ascoltato rapito in sala.

Durante uno dei suoi intermezzi, prima di concludere il concerto, Marco Dalpane ha raccontato, con divertimento, quanto Zappa fosse contro l’establishment. Il musicista americano litigò con la sua etichetta discografica, all’epoca era la Warner Bros, perché aveva in mente un concept album, Läther, che voleva uscisse in un box di quattro CD. Ma la casa discografica lo pubblicò in quattro album separati, senza il suo consenso, quando il missaggio non era ancora completo. La mattina dopo contattò un’emittente radiofonica che trasmise tutti e quattro i CD come erano stati concepiti dall’autore, dopo una dichiarazione di Zappa che invitava gli ascoltatori a registrare dalla radio le sue canzoni.

Se Frank Zappa fosse un nostro contemporaneo, difficilmente riuscirebbe a pubblicare un disco. Eppure è stato rivoluzionario e ha cambiato, forse, anche il nostro modo di intendere e ascoltare la musica.

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