Il fotografo contemporaneo Olivo Barbieri, accompagnato da Marco Belpoliti, ripercorre la propria carriera raccontando i suoi più significativi progetti fotografici.
«Da dove comincia la fotografia?» è la domanda con cui Belpoliti lancia l'artista Barbieri nella narrazione del percorso iniziato in gioventù, con i primi lavori ed esposizioni a cavallo tra gli anni '70 e '80.
Early Works
«Ho iniziato a fotografare prestissimo, avevo pubblicato alcune immagini su riviste anche importanti, poi ad un certo punto sono entrato in contatto con quello che era il mondo della fotografia di allora, e ho deciso che se quelli erano gli interlocutori la fotografia non mi interessava più; questo per dire che ho sempre avuto un amore/disamore nei confronti della fotografia.»
Nonostante lo scoglio iniziale Barbieri riesce, anche grazie all'incontro con Luigi Ghirri e all’ispirazione di Andy Warhol, a proseguire il suo percorso fotografico costruendo nel corso degli anni uno stile che lo contraddistingue e sviluppando una tecnica fotografica che, in analogico con la camera ottica, lavora sulle lunghe esposizioni e sugli sfocati, limitando quindi il focus su specifici e pensati dettagli.
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«Per creare delle immagini leggibili non sempre bisogna avere tutto perfettamente a fuoco»
Il suo linguaggio si arricchisce man mano introducendo anche le prese aeree, scatti eseguiti dall'elicottero che svelano una realtà "in miniatura", una visione d'insieme che sottolinea dettagli non visibili da vicino.
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«Il tempo è fondamentale, una buona fotografia è probabilmente quella che richiede più tempo per essere guardata e capita che quello per essere fatta»
L'autore esplora dapprima l'illuminazione artificiale nei centri urbani e architettonici, raccontando implicitamente anche il contesto sociale definito dagli edifici, e affiancando in tal modo la composizione alla narrazione. Oltre a Italia e Europa si spinge fino alla Cina, dove regolarmente si muove per arricchire il suo portfolio, arriva successivamente anche in America, collezionando una cospicua quantità di scatti:
Il dibattito cattura il pubblico e mette in risalto l'elemento comunicativo delle immagini, ritenuto fondamentale da entrambi gli interlocutori; il fotografo ritiene che mostrare le foto agli altri significa aver avuto una intuizione, e attraverso gli altri avere la conferma o la smentita della stessa. Tra i temi fotografici proiettati durante l'evento colpiscono la prospettiva quasi surreale delle città, e la visione dei paesaggi alpini in relazione all'uomo, Barbieri afferma che il soggetto vero degli scatti non sono le montagne, ma l'umanità che va in montagna.
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