Il potere delle parole
6 9 2016
Il potere delle parole

Narrazioni, miti e istituzionalizzazione. Il potere performativo delle storie.

E' la realtà a determinare le parole con cui la raccontiamo? O è la forza dei discorsi a trasformare il modo in cui percepiamo la realtà e, quindi, la realtà stessa? A partire almeno dall'opera di Berger e Luckmann, La realtà come costruzione sociale, le scienze sociali si sono interrogate sul potere di discorsi, narrazioni e miti di istituzionalizzarsi e di diventare strumenti di conoscenza e comprensione della realtà. Si tratta del cosiddetto potere performativo delle parole, che non si limitano a descrivere una realtà oggettiva, ma delimitando quello che si può dire e non si può dire creano una realtà di riferimento. E' un filone che è sfociato nel costruttivismo, che ha avuto successo in tutte le scienze sociali, dalla sociologia, alle scienze politiche, al management.

E quali parole possono avere più forza generativa di quelle della letteratura? La capacità dei testi di creare mondi è nota, ma qui si parla anche della capacità dei testi di creare riverberi, che non limitano il loro influsso alla scena personale, ma influenzano la realtà sociale, così come noi la conosciamo nella vita quotidiana. Possiamo, quindi, applicare questo percorso concettuale a diversi degli eventi di Festivaletteratura 2016, in cui discorsi e narrazioni possono farsi strumenti di creazione della realtà.

La Mantova Lectures, di Alessandro Baricco, eventi 22, 77 e 151, ad esempio. Che cosa significa "il Sapere come se ne facessimo un'installazione artistica"? E' possibile creare un legame fra verità, narrazione e felicità attraverso il metodo da sempre adottato dalla scuola Holden, che è quello di rifarsi a melting pot culturali, in cui le narrazioni non sono confinate a un solo ambito artistico?

Oppure Londra Chiama, cioè l’evento 55, di cui sarà protagonista Jonathan Coe. L’autore inglese è famoso per essere capace di raccontare la vita e la società inglesi attraverso le narrazioni nei suoi libri. Dopo La banda dei brocchi e dopo La famiglia Winshaw, il suo ultimo libro, 11, ci mostra un'Inghilterra in cui il neoliberismo ha vinto e solo soluzioni di fantasia possono riportare ordine. Quello che resta possibile è stigmatizzare le aberrazioni così prodotte nella nostra società. Ma quando queste aberrazioni diventano tema di un romanzo, l’effetto è quello della critica o della legittimazione data dal potere della parola?

Un evento cardine per questo percorso è poi la lavagna di sabato 10 settembre alle 19:00, Waves of knowledge. La conoscenza scientifica è una costruzione sociale? E lo è addirittura nella cosiddette scienze dure, le scienze più vere, in cui si assume che la realtà esista indipendentemente dagli osservatori e che la nostra incertezza circa le leggi che la regolano possa essere risolta attraverso la ricerca? Decisamente è notevole che il dibattito sulla natura della conoscenza scientifica abbia raggiunto anche questo ambito, da sempre paradigma del determinismo.

I videogiochi, poi, sono sempre più centrali nel nostro consumo culturale e nelle scelte di utilizzo del nostro tempo libero, ma l’evento 197, Salvare il mondo coi videogiochi, ci ricorda come siano sempre più frequenti le interazioni fra realtà e realtà virtuale. La gamification viene usata sempre più spesso per processi di insegnamento e trasmissione di conoscenza, la realtà aumentata caratterizza sempre più spesso tentativi di creare dispositivi che modifichino il nostro modo di interagire con la realtà, elidendo il confine fra reale e virtuale. Le reazioni sono entusiastiche o apocalittiche. Ma l'interazione fra videogiochi e realtà deve per forza creare una realtà distopica alla Black Mirror? O è possibile che il potere generativo delle storie, anche quelle che passano dai videogame, possano semplicemente migliorare il mondo in cui viviamo? Per seguire tutti gli eventi riguardanti i videogames seguite la storia sul sito del Festival.

Festivaletteratura