Kingston Boogie-Woogie
10 9 2023
Kingston Boogie-Woogie

Più decibel, più metri cubi

Si può dire che il terzo appuntamento di VOLUME! sia l’epitome di un festival che ancora una volta cerca di sradicarsi da matrici esclusivamente letterarie ed aprirsi a istanze espressive più ampie e variegate?

Sì.

Il volume a cui si fa riferimento è chiaramente musicale, in primis, ma osservando il luogo in cui si trova questo DJ set è inevitabile pensarlo anche in un senso spaziale: piazza Leon Battista Alberti, sebbene inscurita dalla notte, restituisce la sua presenza geometrica di archi, guglie e campanili.

Più volume, dunque, da un lato per zittire il rimuginio razionale accumulatosi nella giornata, e dall’altro per esigere uno spazio di movimento aperto e sfaccettato. La DJ Ninette, pur essendo la regista della serata con la sua selezione di vinili ispirati al mondo letterario di Marlon James, cede il protagonismo all’utente dell’evento, che sicuramente spettatore non è.

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La gente si raggruppa secondo le misteriose logiche ritualistiche del ballo collettivo. Inizialmente, alle 22.30, sono solo due ragazze e due ragazzi a posizionarsi davanti alla console pestando sul ciottolato. Alle 22.57 sono quattordici. Alle 23.07 non si contano. Chi stava seduto ai tavolini si alza, richiamato dall'irresistibile groove del reggae caraibico. Il primo brano è Bam Bam di Sister Nancy, del 1982, lento inno kingstoniano buono per dare il via a un DJ set che ingloberà brani dei giamaicani Dave & Ansel Collins, Althea & Donna, Michael Prophet, per poi spaziare all’hip-hop della britannica Little Simz, alla disco della camerunense Jeannette Ndiaye, all’afro-beat del nigeriano Steve Monite e del leggendario collega compatriota Fela Kuti, fino ad arrivare ai nostrani Nu Genea, che negli ultimi anni si sono imposti sulla scena internazionale sia come live band sia come DJ.

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Dopo un’oretta di musica le luci sono basse, fatta eccezione per alcuni effetti stroboscopici agli angoli del tendone, rigorosamente blu. Ninette fuma, cerca vinili da una sacca nera, li prova, li mixa due alla volta. Alle 23.34 un inaspettato trenino si auto-costituisce e serpeggia per l’area di ballo. A 00.21 il pubblico richiede l’ultima. La DJ concede un pezzo di Michael Gordon. Poi la luce e lo stop a 00.26 dopo circa due ore.

VOLUME! chiude la sua serie di tre appuntamenti in Leon Battista Alberti, partiti, geograficamente, dalla Rimini tondelliana degli anni ‘80, proseguiti con il jazz americano che ha ispirato Kerouac e approdati nella Kingston dell’autore di Breve storia di sette omicidi. Il pubblico, prevalentemente costituito da volontari e da giovani, ha trovato uno spazio di decompressione necessario a seguito della consueta frenesia del festival. Un ecosistema di disinibizione e rilascio di tensione. Una dichiarazione politica, un culto, una festa.

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