L'arte nella nostra storia
4 9 2019
L'arte nella nostra storia

L'epoca d'oro delle mostre

Da sempre Festivaletteratura ha riservato un’attenzione particolare al mondo del fumetto e offre uno sguardo privilegiato sulle linee che stanno cambiando il genere: nuove possibilità di racconto e la capacità di adattarsi ai supporti diversi, pagina o schermo. I fumetti hanno conquistato l’attenzione di un pubblico di lettori che attraversa tutte le generazioni.


C’è stato un periodo in Italia in cui le mostre hanno contributo sensibilmente ad allargare le geografie dell’arte, stravolgere i gusti e dilatare l’estetica sociale verso nuovi orizzonti. La "storia della storia dell’arte“ raccontata da Anna Ottani Cavina, professore emerito di Storia dell’arte moderna all’Università di Bologna, visiting professor a Yale, Brown e Columbia University, non è nostalgica, ma parla di tempi passati. Attraverso la sua carriera, costellata di traguardi importanti, la professoressa ha ricostruito l’evoluzione culturale che queste mostre hanno portato all’Italia e all’estero sul panorama internazionale.

Il titolo del suo ultimo libro Una panchina a Manhattan (edito da Adelphi, 2019), nasce proprio da un ricordo, quando alla New York University, terminati i tempi canonici di lezione alla New, si usciva con i professori (uno dei suoi insegnanti era Robert Rosenblum, uno dei più eminenti storici dell’arte americani) «vestiti con maglione e jeans» e li si sommergeva di domande curiose e attente. «In quella curiosità» racconta la professoressa «c’era tutta la sincera volontà di scoprire e conoscere qualcosa di nuovo e di non ancora scoperto». Volontà ritrovata poi nell’amicizia con Federico Zeri, caposaldo della storia dell’arte italiana. Famoso per il suo spirito osservativo dalle qualità archeologiche nel recuperare tutta una cultura sommersa stimolando una grande coscienza civile. Famosi sono i suoi episodi di denuncia nel 1974 per la situazione di degrado in cui si trovava la Via Appia.

Una delle iniziative più interessanti offerta al grande pubblico venne proposta dall’editoria tra il 1963 e il 1964 dai Fratelli Fabbri. Grazie alla splendida intuizione di Dino Fabbri, la storia dell’arte cominciò a veicolare nella case degli italiani, rispondendo alle esigenze da parte delle nuove classi che si affacciavano al consumo culturale in quegli anni. Si tratta della collana “ I Maestri del colore” composta da 286 fascicoli disponibili nelle edicole a cadenza settimanale per il prezzo oggi quasi comico di 100lire. «I testi proposti erano affidati agli studiosi che meglio conoscevano quel dato artista» racconta la professoressa «e si diceva nell’ambiente che la lista completa degli artisti l’avesse stilata personalmente Roberto Longhi».

La caratteristica indiscutibile di questi fascicoli non era quindi solamente la fruibilità e la disponibilità, bensì la qualità dei testi presentati. Garantiva a chiunque di affacciarsi al mondo dell’arte accompagnato dai massimi esperti. La proposta era molto variegata e presentava artisti non necessariamente già accolti da grandi esposizioni.

«Mi proposi per scriverne alcuni, poiché studiavo Storia dell’arte e vivevo a Bologna. Mi assegnarono il Carracci e il Guercino. Accettai proponendo di scrivere anche Georges de la Tour, pittore del Seicento che mi ha accompagnato per tutta la vita». Un artista che all’epoca era ancora sommerso (ad oggi si conoscono solamente 40 dipinti), ma che divenne parte della grande pittura seicentesca. Una ricerca scientifica ma proposta al pubblico meno esperto con pari dignità e qualità.

La ricerca effettuata su Georges de La Tour è testimonianza del percorso che a cavallo tra gli anni '60 e '70 venne portato a compimento in tutto l’Occidente. La principale volontà era quella di rendere disponibile a tutti una conoscenza basilare della storia dell’arte, ma al tempo stesso continuare ad affrontare la ricerca in modo sempre più specifico.

È proprio in queste mostre che vennero scardinate alcune convinzioni sul seicento spagnolo, come lo studio comparato con le opere di Diego Velazquez e il suocero Juan Martinez Montañes andando a smantellare le convinzioni polverose tra scultura e pittura. Vennero presentati dai pittori del nord Europa, fino ad allora misconosciuti, con i loro autoritratti carichi di introspezione alla costruzione di una nuova epica americana compiuta dai primi artisti americani indipendentisti. come Audubon con le sue raffigurazioni scientifiche degli uccelli: The Birds of America.

La caratteristica fondamentale di queste storiche esposizioni era la fruibilità. Erano mostre in grado di dialogare con il contemporaneo. Come scrivono Tomaso Montanari e Vincenzo Trione in Contro le mostre (Giulio Einaudi editore, 2017) «La storia dell'arte non può rinchiudersi dentro rigidi specialismi filologici. Esige di non sottostare a furbi compromessi o ad astute collusioni. E chiede di aprirsi, di farsi più dinamica, di radicarsi davvero nella contemporaneità, confrontandosi con altri saperi ed esprimendosi attraverso diversi strumenti e media [...] . Insomma vuole di nuovo farsi disciplina civile».

Le mostre sono servite e servono per leggere l’arte come un pezzo di storia che noi recuperiamo e rileggiamo da un angolazione differente. La storia dell’arte è una testimonianza di una cultura materiale che fa parte dell’essere umano. L’idea di rinnovare l’interesse per le arti e di portarlo sul piano sociale più ampio possibile serve per investire sul nostro futuro. «Forse è un idea limitata ma credo sia un pezzetto fondamentale di questa storia, della nostra storia».


Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

Evento 4 “Le frontiere aperte dell'Italiano” - Evento 7 “Gli orsi di Buzzati prendono vita” - Evento 8 “L'epoca d'oro delle mostre” - Evento 32 “L'imperatore era davvero nudo?” - Evento 38 “Fumetti e romanzi di Proust” - Evento 56 “Un passato che sa di futuro” - Evento 62 “Il fumetto del futuro” - Evento 70 “La storia intima del nazismo” - Evento 93 “Storie e divieti a tavola” - Pagine Nascoste ore 19:00 venerdì 6 “Manga do, Igort e la via del manga” - Evento 131 “Città mondo: il Cairo” - Evento 144 “La cucina giapponese a disegni” - Evento 196 “Una storia o due?” - Evento 202 “L'italiano dal cuore a mandorla” - Evento 210 “Città mondo: New York” - Evento 212 “Le idee nascono dalla materia” - Evento 224 “Tavole Parlanti”.

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