Le crepe dell'Europa
6 9 2018
Le crepe dell'Europa

In viaggio lungo le frontiere dove interno ed esterno si incontrano e scontrano

Segni su un planisfero in carta, le frontiere sono un atto di scrittura che coinvolge il narratore non meno del geografo. Ogni confine è il luogo perfetto per osservare e raccontare: abbastanza vicino per distinguere i dettagli, separato a sufficienza per una descrizione lucida. Festivaletteratura propone queste riflessioni in un ciclo di eventi dedicati alle frontiere e a chi le attraversa.


A partire dalla Convenzione di Schengen (1990) l’Unione Europea si è mossa verso l’abolizione delle frontiere interne, favorendo la libera circolazione di merci e persone e promuovendo la libertà di viaggiare o vivere in altri paesi. Al tempo stesso però le frontiere esterne sono sempre state molto forti.

Nel 2014, in un clima che stava diventando via via più cupo, la rivista País Semanal ha commissionato a Carlos Spottorno, fotografo, e Guillermo Abril, giornalista, un reportage lungo le frontiere dell’Europa. Da qui è nato un progetto lungo due anni che li ha portati a visitare quei luoghi di confine che esprimono tutte le contraddizioni del presente, dove interno ed esterno si incontrano (e spesso scontrano). Le navi che soccorrono i migranti nel mare Adriatico, il confine ungherese, la città di Melilla, ma anche frontiere meno conosciute, come quella artica fra Russia e Finlandia. Luoghi molto diversi fra loro sia per caratteristiche fisiche (muri, boschi, ghiaccio, deserto, mare), sia per la percezione che ne hanno le persone e che cambia a seconda che si guardi dall’esterno o dall’interno.

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Il progetto nel 2017 è diventato La crepa, un libro che è quasi una graphic novel, in cui, mossi dalla volontà di raggiungere un maggior numero di persone, le foto sono state digitalmente trasformate al punto da sembrare disegni e i brevi testi sono contenuti all’interno di riquadri bianchi. Nel libro gli autori hanno ricomposto per il lettore tutte le crepe che si stanno formando nel territorio europeo e che stanno aumentando costantemente, come dimostra l’emergere del partito xenofobo che sembra destinato a vincere le lezione svedesi o il potere sempre maggiore di Salvini.

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La situazione, sostengono gli autori, sta diventando sempre più critica. La frase «i loro sogni uccidono i nostri sogni», contenuta nel libro e pronunciata dal sindaco di un piccolo villaggio sul confine ungherese, è significativa del clima che si respira e ancor più allarmante è la consapevolezza che potrebbe essere stata pronunciata da persone diverse in paesi distanti migliaia di chilometri.

L’idea che l’Europa sia rivolta verso un confronto non verbale sembra essere già realtà, come dimostrano gli scontri in Catalogna o le sparatorie contro i migranti in Italia. Stiamo già vivendo «una terza guerra mondiale a pezzetti» per utilizzare una frase di Papa Francesco riportata durante l’evento, in cui, oltre agli episodi di violenza in Europa, ci sono guerre in altri paesi dove vengono prodotti beni che poi noi utilizziamo.
In questo contesto progetti come La crepa sono più che mai necessari, per raccontare e far sì che sempre più persone siano consapevoli di ciò che accade a poca distanza da loro.

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Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

Evento 12 “Un gioco ri-creativo” - Evento 37 “Esuli in terra ostile” - Evento 45 “Stati di coabitazione” - Evento 51 “Una riga tracciata sul foglio” - Lavagne, giovedì 6 settembre, ore 18:00 - Lavagne, venerdì 7 settembre, ore 18:00 - Lavagne, sabato 8 settembre, ore 18:00 - Evento 177 “Conoscere i confini”.

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