Passati per le armi
7 9 2018
Passati per le armi

Il massacro di Debra Libanos

Prosegue la ricerca sul linguaggio e la scrittura drammaturgica avviata negli ultimi anni al Festival per ritrovare l'intimo e originario nesso tra teatro, poesia e letteratura.


Roberto Abbiati si presenta sul palco dello Spazio Studio Sant'Orsola come un mimo esitante, indeciso se recitare o meno il prologo del suo spettacolo. Poi si definisce un cantastorie e quella che comincia a raccontare è una storia dimenticata, che cattura immediatamente l’attenzione del pubblico.
Debra Libanos: il “passato” per le armi racconta di come, nel 1936, i soldati italiani abbiano conquistato l’Etiopia con una “splendida e vittoriosa guerra”. Sul finire del conflitto, mentre l’Italia era intenta a festeggiare la nascita dell’erede dei Savoia, due partigiani eritrei fecero un attentato al viceré Rodolfo Graziani, in cui morirono sette persone. La rappresaglia, ordinata dal Duce e dal viceré e condotta dal generale Pietro Maletti, è immediata: l’ordine è quello di “passare per le armi” innanzitutto i cantastorie, cosicché nessuno possa ricordare e tramandare ciò che stava accadendo. Il potere della memoria è una preoccupazione troppo grande, per loro. Mentre ripete come un mantra che “passare per le armi” significa uccidere o fucilare per fare giustizia sommaria, Abbiati corre sul palco ad un ritmo via via più incalzante: «Corro perché sono un attore, un cantastorie, e faccio un’azione fisica per dare più forza alle parole terribili che dico».

https://www.youtube.com/watch?v=NKSBN_0fMmI


Tutto il racconto è basato sulle memorie del telegrafista Olimpio e sui telegrammi intercorsi tra Mussolini, Graziani e Maletti che, convinti che gli attentatori del viceré si nascondessero nella città-convento di Debra Libanos, decisero di massacrare migliaia di civili avvalendosi di plotoni di soldati ascari. Fu distrutto anche il monastero della città, centro culturale e religioso per tutto il popolo etiope. Fu il generale Maletti a ordinare le esecuzioni: dopo i cantastorie fu il turno dei sospettati, poi toccò ai neri, ai monaci, ai pellegrini. Dice Abbiati: «La parola pietà si è vergognata così tanto da uscire dal vocabolario». È stato impossibile calcolare il numero esatto delle vittime di una simile carneficina, ma si parla di più di 1500 persone.
Alla fine, davanti a un pubblico gelato dall’orrore, Abbiati recita il prologo a cui aveva rinunciato all’inizio. Dopo l’eccidio di Debra Libanos era stato eretto un monumento commemorativo che però oggi non esiste più. Gli Etiopi l’hanno rimosso perché con il perdono del crimine e la riconciliazione dei popoli, il monumento non ha più ragione di esistere e può essere dimenticato. È un paradosso, questo spettacolo: ripercorre tutto l’orrore dell’eccidio solo per raccontare un piccolo episodio di perdono.
Viene in mente una poesia di Eric Fried:

«I crimini di ieri
hanno
cancellato
le commemorazioni
dei crimini dell’altro ieri.

Di fronte
ai crimini di oggi
ci affacendiamo
con le commemorazioni
dei crimini di ieri

I crimini di domani
cancelleranno
noi uomini d’oggi
senza commemorazioni
se non li impediremo.»


Dopo gli applausi, Abbiati ha concluso con un aneddoto: di recente, ospite al programma radiofonico Fahrenheit, aveva dubitato che proprio a Mantova esistesse ancora una via intitolata a Pietro Maletti, mantovano. Fuori dal teatro, poco prima dell’inizio dello spettacolo, aveva sentito dire da una signora che quella via, a Mantova, non esiste più. Soddisfatto di saperlo ha detto: «Sbagliare è possibile, ma quando ci si accorge di aver sbagliato bisogna rimediare».


Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

Evento 11 “E’ Bal” - Evento 16 “Homo ridens lab” - Evento 29 “Autoritratto di un Giannizzero” - Evento 31 “Un giorno” - Evento 39 “Ipocrita, mio simile, fratello” - Evento 87 “La poesia che alle altre non somiglia” - Evento 116 “Tra il dire e lo scrivere” - Evento 127 “Quando veniva la poesia, si fermava tutto” - Evento 144 “Come nasce una poesia” - Evento 147 “Sulle tracce della realtà” - Evento 168 “Amori poetici” - Evento 173 “Dicono che vi sia una parola” - Evento 174 “Crikecrak”.

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