Una città senza macchine è pura utopia?
7 9 2023
Una città senza macchine è pura utopia?

Immaginare città senza macchine non è impossibile e in tanti lo stanno già facendo

Il direttore di Wired Federico Ferrazza e lo studioso d'architettura Luca Molinari hanno le idee chiare: le città del futuro dovranno essere senza automobili. Loro non hanno soluzioni pronte ma piuttosto puntano a fornirci gli strumenti per costruire insieme delle città a misura d'uomo.

La nascita e lo sviluppo urbanistico delle città fino al secolo scorso è stato principalmente in funzione di una mobilità incentrata sulle automobili. La sfida nell'era della crisi climatica è quella di provare a ribaltare questo paradigma, per rendere le città non solo più green ma soprattutto più vivibili per gli esseri umani. Gli esempi di città europee che si stanno riconvertendo sono ormai molteplici (Amsterdam, Oslo, Parigi...), ma anche oltre i confini comunitari c'è chi si sta muovendo in questa direzione. Infatti a Tokyo, in seguito ai bombardamenti americani della seconda guerra mondiale, la ricostruzione della città è avvenuta in maniera strutturale per eliminare le automobili. Una capillare rete di trasporto pubblico insieme a infrastrutture efficienti l'hanno resa una città sorprendentemente silenziosa e quindi vivibile.

Si scopre l'acqua calda a sottolineare il fatto che una maggiore attenzione alle opere pubbliche porta ad alzare la qualità di vita nelle città, ma allora perché non si segue questo copione ovunque? La scelta è di natura politica. Inoltre, la transizione deve anche tenere conto dell'attrito culturale che può incontrare nella cittadinanza. Senza bisogno di andare dall'altra parte del mondo, anche in Italia siamo abituati dagli anni del boom economico a pensare i nostri spostamenti principalmente con le automobili. Questo è il motivo per cui la tecnologia da sola non potrà permetterci una transizione ecologica veramente sostenibile. Invece, l'innovazione tecnologica, che Wired segue in prima linea, dovrà lavorare in sinergia con la politica per far coincidere la transizione green con i bisogni delle persone.

Ferrazza e Molinari si spingono oltre e ci invitano a pensare una mobilità che non sia solamente fisica ma anche digitale. Infatti, come abbiamo imparato dalla pandemia, gli spostamenti - lavorativi e non - possono essere sostituiti mettendo in contatto le persone attraverso la rete. Ad esempio abbiamo capito che tanti lavori possono essere svolti attraverso lo smart working e addirittura vedono un aumento della produttività. Ovviamente questo tipo di mobilità non potrà mai andare a sostituire completamente quella fisica, ma sarà una parte fondamentale per rendere i cittadini del futuro indipendenti dalle automobili.

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