Scenderà ancora neve d'inverno?
10 9 2023
Scenderà ancora neve d'inverno?

Telmo Pievani ci fa viaggiare nell'Italia del 2786, in nuovi paesaggi tropicali e mari padani.

Il 3 settembre 1786 Goethe parte da Karlsbad per dirigersi verso l’Italia. Racconterà il suo percorso nell’opera Viaggio in Italia, in un resoconto sociale e culturale dei paesaggi del nostro Bel Paese, tra colline dai dolci pendii, fitti boschi dell’Appennino e meraviglie rinascimentali. Telmo Pievani propone ai fanciulli della casa del Mantegna lo stesso viaggio, ma mille anni dopo. Lo scenario studiato, brutale nella distanza da quello odierno, è quello di un’Italia corrotta da paesaggi tropicali, fiordi e lagune.

Il viaggio parte dal Mar Padano. Telmo presenta al pubblico delle cartine geografiche, elaborate con i colleghi dell’Università di Padova, che mostrano un’Italia allagata, di isole e arcipelaghi, segnata dal vasto mare che occupa – occuperà – la Pianura Padana. Si scende poi fino a Firenze, ora tropicale e più simile a Rio de Janeiro, che se vorrà mantenere le sue bellezze dovrà diventare un villaggio di palafitte, Roma affogata dal Tirreno ad eccezione dei suoi sette colli, la Sardegna divisa da un enorme lembo d’acqua sopra il cagliaritano. Il percorso è lungo e lascia a bocca aperta il pubblico, la mole di realtà che gli si è appena presenta è terrificante e tocca una nostalgia per i paesaggi in cui si è cresciuti. È parso di essere privati di casa propria, un incubo dove la Natura cammina ineluttabile e ingorda si mangia le bellezze che ci circondano. Il sogno torna ad essere realtà: si chiama Antropocene, è figlia del capitalismo, è più violenta e veloce di ogni altro cambiamento che la nostra terra ha conosciuto, e soprattutto è causata da una sola specie del nostro complesso ecosistema.

Il cambiamento climatico, discusso e disquisito in ogni salsa. Oggi però il tema riceveva una nuova, efficace chiave interpretativa: la dialettica tra realtà e infanzia. I bambini e i ragazzi con le loro domande hanno riprodotto una dinamica unica, spaventosa, spaventata, di genuina brutalità e dall’incredibile potenza emotiva. L’attaccamento dei fanciulli alle emozioni provocate dalla fredda neve d’inverno, con cui fare i pupazzi, al lido romagnolo dove vanno in vacanza coi parenti, al paese dei nonni, palesa un amore unico, umano, vitale verso la natura. La preoccupazione di perdere questo e quello a causa del cambiamento climatico è la vera chicca di un evento capace di dimostrare, ancora una volta, che nella limpidezza dei bambini si nasconde il lato più buono e umano della nostra società. Forse, è qui che dovremmo cercare le risposte.

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