Sognare in yiddish
6 9 2019
Sognare in yiddish

Anche gli umili tra gli umili sono creati all'ombra dell'Eterno

Tanti gli eventi che quest’anno Festivaletteratura dedica alla pratica drammaturgica: la serie d’incontri la scrittura in scena; la performance/reading itinerante in tre momenti, testimonianza "in presenza" dell'attualità di Primo Levi; l’omaggio attraverso il teatro ad Alberto Moravia con La donna leopardo (un collage di testi moraviani e non solo). E ancora: tre spettacoli scelti per il pubblico dei ragazzi; gli eventi bonus track, cortocircuiti tra letteratura, musica e creatività; e infine proposte di spettacolo unite da un filo musicale.


Nella città di Vilnius, la denominata Gerusalemme del nord, milioni di persone sognavano in Yiddish. Il sogno apriva i loro cuori e portava un caldo bagliore accompagnato da melodie le cui parole erano comprese da pochi. Una lingua grembo di molte sorelle lingue, ritrovava le sue radici nella grammatica tedesca, negli accenti ungheresi e nei nomi slavi. Un sogno che non aveva bisogno di traduzioni per farsi capire, ma che parlava ai cuori e portava il nome del Bund: Lega Generale dei Proletari Ebrei. Partito socialista ebraico nato alla fine del XIX secolo, voleva essere novità rispetto ai socialismi conosciuti e prometteva la Redenzione di tutto il popolo ebraico stanco di aspettare l’arrivo del Messia.

Wlodek Goldkorn, che di quelle promesse ricorda i volti, racconta come nella prospettiva rivoluzionaria del Bund si scorgeva qualcosa di molto più profondo: la volontà di creare una famiglia, i cui figli non fossero più proletari e potessero finalmente vivere una terra chiamata “Patria”. Il Bund diventa dunque la grande madre sotto la quale tutti si riconoscono: «non siamo il 4% della nazione russa ma il 100% di noi stessi», un’appartenenza indelebile che è vincolata da un giuramento eterno avvenuto sotto gli occhi vigili delle stelle, del cielo e della terra, come canta uno dei tanti inni del partito. Il canto ha infatti un ruolo centrale e la sua dolce lingua incoraggia gli animi dei bundisti che senza timore cantano: «l’ebraismo e il Messia sono morti, un nuovo Messia sta arrivando ed è l’operaio ebreo». È proprio la volontà di sostituirsi al Messia che risalta dall'ideologia del partito, perché l’attesa uccide l’occasione di cambiare la storia e «il tempo messianico» è ormai solo «conseguenza dell’agire dell’uomo» come scriveva Martin Buber nei Sette discorsi sull’ebraismo.

È la delicata voce di Miriam Camerini che porta l’anima dell’yiddish più melodico, esprimendo la necessità di «trasformare il mondo in un mondo dopo il mondo, in un tempo dopo il tempo». Questa trasformazione è possibile unicamente se l’uomo si incammina verso il cambiamento. Il passo in avanti del rabbino del Talmud che si mette in ricerca del Messia che non arriva è un chiaro esempio. Il rabbino chiede e guarda in ogni città fino a quando il profeta Elia gli rivela che «il Messia si trova tra i lebbrosi a sciogliere le loro bende una dopo l’altra per non tardare quando lo chiamano». Ma questo non basta all’ebreo socialista e sono le parole di Franz Kafka che si fanno carico di spronare all'azione: «il Messia verrà soltanto quando non ci sarà più bisogno di lui, non arriverà all’ultimo giorno, ma all’ultimissimo». Il Bund non ha più tempo per aspettare l’ultimissimo giorno, mobilita le persone a scioperare, organizza un partito forte, porta l’istruzione e lotta per l’emancipazione delle donne per ribadire, una volta per tutte, che anche gli umili tra gli umili sono nati all’ombra dell’Eterno.


Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

Eventi 18 “Napucalisse” - Evento 19 “A volte ritornano” - Evento 36 “La pagina bianca a volte è il mio nemico” - Evento 44 “Lo zolfo della parola” - Evento 46 “Astrid Lindgren: la vita è una favola amara” - evento 65 “Muro io ti mangio, in musica!” - Evento 67 “Messia e rivoluzione” - Evento 69 “La donna leopardo / concept opera” - Evento 84 “E la rima il ritmo sposa” - Evento 91 “Se questo è Levi. Se questo è un uomo” - Evento 96 “Il pericolo dell'ideologia come alibi” - Evento 100 “Non provateci a casa” - Evento 106 “Se questo è Levi” - Evento 112 “Se questo è Levi. Il sistema periodico” - Evento 113 “Alzati, Martin” - Evento 124 “Partir” - Evento 132 “Lupi” - Evento 139 “Lupi” - Evento 150 “Se questo è Levi. Se questo è un uomo” - Evento 151 “Lupi” - Evento 154 “Leo. Uno sguardo bambino sul mondo” - Evento 164 “Lupi” - Evento 165 “Il libro è un palcoscenico” - Evento 166 “Se questo è Levi. Il sistema periodico” - Evento 170 “Se questo è Levi. I sommersi e i salvati” - Evento 185 “Ci sarebbe poco da ridere” - Evento 192 “Leo. Uno sguardo bambino sul mondo” - Evento 214 “In viaggio” - Evento 217 “Ultima poesia” - Evento 228 “Il sadico del villaggio”.

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