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Deve essere stato un posto affascinante e ancora ammantato di mistero l'Egitto in cui, dal 1921 al 1947, visse la scrittrice Fausta Cialente, che lì condusse – durante la Seconda guerra mondiale – un programma di propaganda antifascista per Radio Cairo. Le ambientazioni esotiche permeano le sue prime produzioni letterarie (Cortile a Cleopatra, Ballata levantina), soffermandosi sulle storture del colonialismo "nel gran crocicchio ch'era a quel tempo il Medio Oriente". Intellettuale cosmopolita, è considerata tra le principali figure del femminismo italiano moderno e nelle sue opere ha costantemente cercato di liberarsi dalle gabbie della narrativa di genere, tra le cui maglie il regime costringeva la letteratura femminile nell'Italia fascista: non a caso la censura impedì la ristampa della sua opera prima, Natalia. Dell'importanza della sua riscoperta grazie anche alle nuove edizioni di Il vento sulla sabbia e Un inverno freddissimo discutono la scrittrice Melania G. Mazzucco e Emmanuela Carbé, curatrice delle recenti riedizioni dei romanzi di Cialente, sotto la guida della critica letteraria Francesca Massarenti.

Chiesa di Santa Maria della Vittoria
Via Claudio Monteverdi, 1 - Mantova
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