Stringersi intorno, come in un abbraccio
7 9 2023
Stringersi intorno, come in un abbraccio

Nadia Terranova, Olga Campofreda, Mavie Da Ponte, Alba de Céspedes: una genealogia femminile di voci che oltrepassano ogni muro

Chi almeno una volta nella vita ha faticato a far sentire la propria voce, la riconosci: è chi per prima sa quando far risuonare una voce altrui. Sa farsi da parte e far parlare le altre, se necessario, proprio perché nessuno l’ha fatto con lei. Per questo un incontro di tre scrittrici che, come da titolo di questa rassegna di eventi sulla riscoperta di grandi autrici, si stringono “intorno” ad Alba de Céspedes come in un abbraccio, non poteva iniziare in altro modo che con l'allargarsi di questo abbraccio, con un atto di far spazio: una lettura di un brano dell’esordio letterario di de Céspedes, Dalla parte di lei, pubblicato nel 1949.

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La prosa di Alba de Céspedes, scrittrice, giornalista e partigiana, si presenta proprio tramite la sua qualità primaria: la voce. Una capacità narrativa estremamente viva e versatile, che saltella leggiadra dal genere diaristico di Quaderno proibito al romanzo corale che è Nessuno torna indietro, dalla colonna intitolata “Dalla parte di una scrittrice” che scriveva sul giornale Epoca – almeno finché Enzo Biagi non l’ha interrotta con una scusa – e poi ancora la poesia, il cinema, la radio, il teatro. Alba de Céspedes è stata ed è ancora questa voce complessissima, personalissima eppure plurale, mimetica eppure inconfondibile, in grado di interpretare e amplificare le condizioni di vita di moltissime donne italiane. Ironico che perfino lei, come tante altre scrittrici, sia finita ingiustamente rinchiusa nel recinto della “letteratura femminile”, quella scritta da donne solo ed esclusivamente per le donne: leggendo i suoi libri, è impossibile non sospettare che stesse invece rivolgendosi proprio agli uomini, coloro che vivevano a fianco di quelle donne, al lavoro come in casa, facendosi servire da loro, ma senza mai vederle – o ascoltarle – davvero.

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E proprio i recinti, i cortili, le mura ritornano spessissimo nel discorso delle tre autrici che siedono sul palco. Nadia Terranova, scrittrice affermata e prefatrice di Quaderno proibito, e due esordienti, Mavie Da Ponte e Olga Campofreda: un discorso polifonico e genealogico, proprio come sarebbe piaciuto ad Alba de Céspedes. Che ci parlano di cortili che confinano, ma al tempo stesso aprono mondi narrativi, come il cortile di Dalla parte di lei; delle asfittiche quattro mura domestiche in cui è confinata Valeria, protagonista di Quaderno proibito; del grembo materno da cui le protagoniste di Nessuno torna indietro faticano ad uscire; e perfino del pozzo in cui, secondo Natalia Ginzburg, tutte le donne cadono ogni tanto.

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Eppure il discorso libero delle tre scrittrici, che sul palco sembrano vestire i panni di lettrici con agio e quasi con affetto, sembra unire la menzione di questi spazi chiusi a una superiore e imbattibile idea di libertà, in un movimento dialettico che tende inevitabilmente all’esplosione. «Gli scrittori entrano nella vita da porte ben precise», ci dice Nadia Terranova: ed è bello pensare che a ogni stanza corrisponda una porta, che la voce possa oltrepassare i muri, che le stesse scrittrici che così spesso entrano nelle porte della nostra vita abbiano dovuto attraversare loro stesse, da lettrici, i portoni spalancati di tanti libri e tantissime autrici prima di essere qui con noi oggi. E come nel caso di Alba de Céspedes, per accompagnarci anche domani, e dopodomani.

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