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"Questo si ch'è un quadro vero: fatto de vita, fatto de morte, fatto de sangue..." diceva il personaggio di Cesare nel film Amore Tossico di Claudio Caligari, opera dal sapore neorealista che descrive con tragica ironia una stagione – quella tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta – di grande diffusione di droghe come l'eroina. La figura del tossicodipendente è spesso stata dipinta come quella di una persona emarginata e marginale della società, quando in realtà la dipendenza ha sempre coinvolto le più disparate fasce della popolazione, persone giovanissime o già mature, lavoratori e lavoratrici considerati "normali" agli occhi della gente. Per ragionare dello stigma socioculturale sulla figura del "tossico" e delle respon- sabilità attribuibili a politiche punitive, case farmaceutiche e comunità di recupero, si incon- trano Vanessa Roghi (Eroina) e Giulia Scomazzon (La paura ferisce come un coltello arrugginito). Affiancate da Massimo Cirri proveranno a restituire l'immagine veritiera, scevra da stereotipi, della storia di tante persone.

Palazzo della Ragione
Piazza Erbe - Mantova
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