Come il colore ha cambiato il mondo
7 9 2018
Come il colore ha cambiato il mondo

Riccardo Falcinelli e la comunicazione visiva

Emblematici casi giudiziari riaperti grazie ai documenti conservati negli archivi italiani, ma anche dialoghi sulla libertà e sulla responsabilità dell’artista, sui rapporti tra arte e potere, sulla produzione del mercato dell’arte, sulla fotografia e sull’architettura: questi gli incontri di Festivaletteratura dedicati all’Arte in tutte le sue declinazioni


Blu e giallo mescolati non sempre fanno verde.
Un'affermazione che sembrerà azzardata alla maggior parte delle persone, eppure il colore per come lo conosciamo oggi esiste solo da ottant'anni, cioè dal momento in cui fu possibile produrre una tinta chimicamente controllata che si potesse applicare a qualsiasi cosa (o quasi).

Quindi come si viveva prima? Prima dell'avvento dell'industria le sostanze utilizzate per la produzione di colore erano di origine naturale e questo permetteva una ridotta gamma di variazioni cromatiche.

« Durante il Rinascimento, per esempio, la Madonna veniva rappresentata in lunghi abiti azzurri. Questo veniva considerato un “effetto speciale” o qualcosa di incredibile, che permetteva alla Vergine Maria contemporaneamente di essere associata all'idea di lusso ed ad un'aura mistica e religiosa.

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Al tempo infatti non esistevano abiti di quel colore semplicemente perchè non era possibile crearne la tintura. Quello che ai nostri occhi appare scontato, banale e privo di qualsiasi significato allegorico all'epoca era un mezzo potente di espressione» racconta Riccardo Falcinelli, designer, professore ed autore di numerosi saggi sulla comunicazione visiva in dialogo con Emanuele Coccia a Teatro Bibiena.

Il modo in cui usiamo ed usufruiamo del colore oggi è totalmente differente rispetto al passato. Il colore infatti rappresenta in parte anche quello che riusciamo a vedere. In questo la tecnologia ha rivoluzionato l'approccio alla verità del colore rendendolo transitivo ed ambiguo.

Così la maggior parte delle persone vede un'opera d'arte per la prima volta sullo schermo di uno smartphone, filtrata ed alterata, inequivocabilmente resa più bella e successivamente rimane delusa quando la osserva in un museo. Allo stesso modo le copertine dei libri devono essere pensate prima come francobolli per essere visibili nel dedalo intricato di inserzioni, post e immagini di internet.

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«Giallo gelosia, rossa passione, nero lutto. C'è molto altro oltre queste semplificazioni.» ricorda l'autore di Cromorama.
Forse la possibilità che abbiamo di comprendere il colore sta nel renderlo sostantivo e non aggettivo ossia fulcro della storia. Uscire dalla codificazione cromatica significa guardare il sistema dall'esterno e dalle sue crepe osservare quello che non si è mai visto.

Come fece Yuri Gagarin, primo uomo nello spazio, quando scoprì contro ogni previsione che la terrà vista da lontano è un gigantesco blu.


Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

Evento 5 “Divina sezione” - Evento 7 “Popster” - Evento 8 “Processo a Jacopo Sansovino” - Evento 34 “Scrivere architettura” - Evento 42 “Processo a Caravaggio, Orazio Gentileschi e Onorio Longhi” - Evento 78 “Città-mondo: Gerusalemme” - Evento 85 “Rieducare lo sguardo ai colori” - Evento 92 “Processo a Giuseppe Biasi” - Evento 93 “Achille Castiglioni: ieri, oggi, domani” - Evento 119 “Città-mondo: Istanbul” - Evento 130 “Abitare l’iconosfera” - Evento 139 “Il design non era nei miei panni” - Evento 149 “Processo a Paolo Veronese”.

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