Overcooked Donkey, ovvero Stracotto d'Asino
7 9 2018
Overcooked Donkey, ovvero Stracotto d'Asino

Ridere senza irridere con David Sedaris

A Festivaletteratura quest'anno si ride. All'umorismo, uno dei generi letterari più misconosciuti e bistrattati dalla critica, saranno dedicati numerosi e bizzarri eventi, frutto della complicità di scrittori e artisti che hanno coltivato questa passione in semi-clandestinità.


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Nella breve e chiarissima introduzione, Luca Briasco, praticamente un fan dell’autore, descrive David Sedaris come uno scrittore che sa divertire, sa stupire, sa far riflettere. Tutto questo sempre ridendo a crepapelle. Ora abbiamo fra le mani i suoi diari, e per chi conosce l’autore questo è il più grande tesoro che ci sia perché dentro sappiamo che c’è tutto il personaggio. Dentro i diari c’è davvero tutto: storie, scoperte, riflessioni, pensieri. Ma come è stato scrivere queste pagine? Sedaris tiene a subito a precisare che non ha mai scritto dei propri sentimenti, forse anche perché non ne ha. Ma soprattutto perché i sentimenti sono stupidi e noiosi. Molto più interessante annotare cosa vedono, cosa sentono, cosa dicono gli altri, le persone che gli stanno intorno. Oppure scrive di cose divertenti che si ascoltano nelle conversazioni, cose come lo “stracotto d’asino” che ha mangiato a Mantova per cena e che sicuramente non è un piatto così diffuso (suona malissimo anche la traduzione in inglese “overcooked donkey”, infatti nessuno crederebbe che esista una cosa del genere).

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I diari iniziano da quando l’autore aveva vent’anni e stava girando gli Stati Uniti in autostop. Raccontano di viaggi, di persone incontrate, di eccessi, di situazioni inverosimili, di lavori saltuari, di arte. Perché il primo amore dell’autore fu l’arte, ma dopo aver cominciato a scrivere scoprì che non ne poteva fare a meno e si dedicò solo alla scrittura. Divenne insegnante. Ma non aveva la minima idea di cosa volesse dire, di cosa stesse facendo con la propria classe: commentavano le soap opera, scriveva i nomi degli studenti su delle foglie, ma in tutta questa incoscienza sapeva che ci teneva tantissimo: durante la sua infanzia aveva incontrato professori che non amavano insegnare; lui, invece, aveva davvero a cuore questa cosa.

Sedaris ama pure la radio, le trasmissioni dove la gente telefona per sfogarsi e dire follie. La stessa emozione adesso lo coglie anche per libri e scrittori. L’emozione elettrizzante per aver scoperto un particolare autore o libro gli fa venire voglia di raccontarlo a tutto il mondo. Le biografie soprattutto. Perché, leggendo la storia, Sedaris sa che il protagonista diventerà famoso o un eroe, ed è inebriante sapere qualcosa che il protagonista non sa. Lui stesso si immagina di arrivare un giorno a stare davanti ad un gruppo di persone che hanno pagato per ascoltarlo (come in realtà sta già accadendo).

Nei diari si parla anche della sua famiglia. C’è un forte legame, sempre leggero e divertente, ma molto forte. Ogni anno si torna tutti in famiglia, si passano le vacanze insieme, ci si telefona, si parla, ci si vede. Se il libro funziona, si condivide insieme. Perché la famiglia è come un’impresa, a volte si va bene, a volte male, ma non si licenzia mai nessuno. E non c’è mai cinismo. Grande osservazione, grande leggerezza, ma mai cinismo o cattiveria.

E ancora, il racconto del proprio agente letterario, che alla fine si ammala di demenza senile, non ricorda nulla (neanche la parola “libro”) ma continua a fare il suo agente fino alla morte che giunge durante il sonno. Era l’ultimo gentleman di New York, somigliava all’omino sulla scatola del Monopoly, e raccontava sempre di essere stato l’agente di Salinger. Anche nella malattia rimase sempre buono, dolcissimo. E quindi anche qui si ride senza irridere, senza mai prendere in giro. E chi non ha senso dell’umorismo e non riesce a far ridere le persone? Purtroppo questa cosa non si può imparare. Ma Sedaris consiglia allora di frequentare persone divertenti perché queste apprezzeranno sicuramente la tua risata.


Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

Il libro più divertente che ho letto, mercoledì 5 settembre ore 19.00 - Evento 14 “Storie da conigli ruggenti” - Evento 16 “Homo ridens lab” - Il libro più divertente che ho letto, giovedì 6 settembre ore 12.00 - Evento 33 “Raccontare i fatti propri a fumetti” - Il libro più divertente che ho letto, giovedì 6 settembre ore 18.00 - Evento 43 “Vietato annoiare” - Evento 56 “The Wild Man of Fiction” - Il libro più divertente che ho letto, venerdì 7 settembre ore 12.00 - Evento 86 “Umorismo Toscano” - Il libro più divertente che ho letto, venerdì 7 settembre ore 18.00 - Evento 99 “Le mille facce di A. A.” - Accenti, venerdì 7 ore 22.00 - Il libro più divertente che ho letto, sabato 8 settembre ore 12.00 - Il libro più divertente che ho letto, sabato 8 settembre ore 14.00 - Evento 151 “Quando la matita lascia il segno” - Il libro più divertente che ho letto, sabato 8 settembre ore 19.00 - Evento 193 “Bravo brevissimo” - Il libro più divertente che ho letto, domenica 9 settembre ore 12.00 - Il libro più divertente che ho letto, domenica 9 settembre ore 14.00.

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