Coltivare la cultura della coesistenza
5 9 2019
Coltivare la cultura della coesistenza

Il giornalista Amin Maalouf e lo storico Donald Sassoon sulle radici della più profonda crisi europea della storia

Al destino incerto dell'Europa è dedicata una parte importante degli appuntamenti in programma a Festivaletteratura 2019.


«Come abbiamo fatto a finire in questa situazione?» ha domandato Donald Sassoon - storico, scrittore e saggista britannico, professore emerito di Storia Europea Comparata alla Queen Mary University of London - intervistando lo scrittore e giornalista Amin Maalouf sulla più grave ed estesa crisi della storia europea. Chiacchierando come vecchi amici i due hanno ripercorso la storia recente dei rispettivi paesi natii, Libano ed Egitto, per spiegare le ragioni delle divisioni interne sempre più marcate di cui è oggetto l'Occidente.

L'Egitto degli anni '30 e '40 era infatti un paese cosmopolita in cui le riunioni del Consiglio dei Ministri si svolgevano in lingua turca e gli incontri a palazzo reale tassativamente in italiano. Fu il paese che chiese a Giuseppe Verdi la composizione di un'opera in onore dell'inaugurazione del Canale di Suez, l'Aida, fu la patria di Giuseppe Ungaretti e Tommaso Marinetti.

La società egiziana della prima metà del '900 considerava il melting pot culturale un valore aggiunto. La sconfitta militare prima e la morte di Nasser poi, sono state interpretate in tutto il Medio Oriente come traumatici segni della fine di un'epoca progressista soppiantata oggi da molteplici nazionalismi ultraconservatori e religiosi totalmente anacronistici.

Maalouf e il mondo arabo:

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Seppur con visioni distanti, entrambi gli autori hanno chiari i valori fondamentali da salvaguardare negli anni a venire. Più pessimista Sassoon più pacato Maalouf promuovono la cultura della coesistenza perché: «Viviamo in un mondo complesso e non basta mettere due popolazioni vicine e sperare che vadano d'accordo o si separino pacificamente. Dovrebbe essere la priorità di tutti i governi occidentali la gestione di questo grande fenomeno irreversibile» ha dichiarato il 29esimo membro de l'Académie française. Purtroppo nessun serio tentativo di negoziazione è stata fatto finora. L'Europa, un tempo esempio di cooperazione pacifica è attraversata oggi dallo spettro fra gli altri del mito di omogeneità e da una profonda crisi identitaria e culturale.

Harari sulla cooperazione:

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Il problema, tiene a sottolineare Sassoon non è semplicemente culturale ma anche economico, sociale ed ambientale. Una soluzione rapida e semplice non esiste. Resta solo da chiedersi una cosa: in che mondo vogliamo vivere in futuro?


Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

Evento 10 “Sintomatologia della crisi” - Pensieri in comune mercoledì 4 ore 21.00 “Terra mediterraneo” - Evento 17 “Quando l’URSS faceva cultura” - Evento 31 “De la terre des pleurs un grand vent s'éleva” - Evento 35 “Sotto la luna di Beirut” - Evento 36 “La pagina bianca a volte è il mio nemico” - Evento 37 “Dare voce alla storia africana” - Evento 41 “Da dove nasce la crisi europea” - Evento 45 “Trovare la luce nelle tenebre” - Evento 46 “Astrid Lindgren: la vita è una favola amara” - Evento 47 “I miei personaggi mi rincorrono” - Evento 51 “Il fascismo storico” - Evento 60 “Il re dell’Atlantico” - Evento 67 “Messia e Rivoluzione” - Evento 68 “La bandiera del mio paese ha due colori” - Evento 70 “Una storia intima del nazismo” - Evento 77 “Il ricordo e il labirinto” - Evento 85 “Tra le gole dell’Armenia” - Evento 95 “Trafficanti di essere umani” - Evento 96 “Il pericolo di ideologia come alibi” - Evento 116 “La guerra, la scrittura, le donne” - Evento 119 “Da Norcia all’Europa” - Accento venerdì 6 ore 22.00 “Gran Cabaret socialista” - Evento 136 “Giocare con la narrazione” - Evento 153 “La storia si ripete?” - Evento 159 “Mondi separati dentro le città” - Evento 169 “Allons enfants” - Evento 203 “I barbari che siamo, i romani che non siamo” - Evento 213 “Come Davide contro Golia” - Read on domenica 8 ore 15.00 “EU dreamers” - Evento 221 “Il nome necessario”.


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