Quando l’URSS faceva cultura
5 9 2019
Quando l’URSS faceva cultura

Cinema e musica nei settant'anni dell'Unione Sovietica... e oltre

Al destino incerto dell'Europa è dedicata una parte importante degli appuntamenti in programma a Festivaletteratura 2019.


Ripercorrere nell’arco di una serata il filo conduttore di settant’anni di vita culturale dell’Unione Sovietica, attraverso una panoramica di pellicole cinematografiche e brani musicali scelti per simboleggiarne fasi storiche oppure emblematici momenti di rottura. Questa la difficile impresa a cui si è dedicato Gian Piero Piretto, già docente universitario ed esperto di storia della cultura russa e sovietica, affiancato dall’artista e producer Shari DeLorian.

Il percorso si snoda così dalle avanguardie sperimentali degli anni Venti, come il singolare Concerto per sirene di fabbrica (1922) di Arsenij Avraamov, alla stroncatura staliniana che colpì Šostakovič e la sua opera Una lady Macbeth del Distretto di Mcensk (1936) inaugurando un periodo ripiegato sul gusto nazionalpopolare e su un’iconografia “benestante” all’insegna dell’ottimismo di Stato.

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E ancora, dall’austera rappresentazione della Seconda Guerra Mondiale e dal successivo trionfalismo della propaganda staliniana, all’epoca del disgelo sotto Chruščëv, contraddistinta da una stagione di cinema ispirato alla nouvelle vague, incentrato sui giovani ed esemplificato da film come A zonzo per Mosca (1964).

L'epoca di Brèžnev è invece narrata come un periodo di sviluppo di sottoculture e controculture, sotto la superficie in apparenza stagnante di un nuovo realismo sovietico. Della stagione di Gorbačëv, infine, si identifica invece la contraddizione tra la popolarità di cui godeva all’epoca e la successiva diffusione di una pervasiva nostalgia per l’Unione Sovietica. A sua volta, questo fenomeno estetico ed emotivo, poi divenuto propriamente politico, è simboleggiato dalla canzone Sdelan v SSSR (“Born in the USSR”) cantata nel 2012 con grande successo da Oleg Gazmanov nella piazza di Charkiv.

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Anche se condensata, la panoramica risulta alquanto suggestiva e i frammenti richiamati di volta in volta, inseriti nel contesto della storia politica sovietica dell’epoca, riflettono e suggeriscono le trasformazioni di un’eredità culturale che è ormai in larga parte poco familiare all’immaginario europeo. Nonostante certi riconoscibili paralleli con la coeva cultura occidentale, e nonostante l’influenza che i momenti più originali di quel percorso culturale – come ad esempio la cinematografia di Andrej Tarkovskij – hanno esercitato su alcuni degli sviluppi musicali e artistici a noi più vicini.

Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

Evento 10 “Sintomatologia della crisi” - Pensieri in comune mercoledì 4 ore 21.00 “Terra mediterraneo” - Evento 17 “Quando l’URSS faceva cultura” - Evento 31 “De la terre des pleurs un grand vent s'éleva” - Evento 35 “Sotto la luna di Beirut” - Evento 36 “La pagina bianca a volte è il mio nemico” - Evento 37 “Dare voce alla storia africana” - Evento 41 “Da dove nasce la crisi europea” - Evento 45 “Trovare la luce nelle tenebre” - Evento 46 “Astrid Lindgren: la vita è una favola amara” - Evento 47 “I miei personaggi mi rincorrono” - Evento 51 “Il fascismo storico” - Evento 60 “Il re dell’Atlantico” - Evento 67 “Messia e Rivoluzione” - Evento 68 “La bandiera del mio paese ha due colori” - Evento 70 “Una storia intima del nazismo” - Evento 77 “Il ricordo e il labirinto” - Evento 85 “Tra le gole dell’Armenia” - Evento 95 “Trafficanti di essere umani” - Evento 96 “Il pericolo di ideologia come alibi” - Evento 116 “La guerra, la scrittura, le donne” - Evento 119 “Da Norcia all’Europa” - Accento venerdì 6 ore 22.00 “Gran Cabaret socialista” - Evento 136 “Giocare con la narrazione” - Evento 153 “La storia si ripete?” - Evento 159 “Mondi separati dentro le città” - Evento 169 “Allons enfants” - Evento 203 “I barbari che siamo, i romani che non siamo” - Evento 213 “Come Davide contro Golia” - Read on domenica 8 ore 15.00 “EU dreamers” - Evento 221 “Il nome necessario”.

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