Sotto la luna di Beirut
5 9 2019
Sotto la luna di Beirut

La guerra civile libanese nei romanzi di Rawi Hage

Al destino incerto dell'Europa è dedicata una parte importante degli appuntamenti in programma a Festivaletteratura 2019.


Nell’incontro di Festivaletteratura "Sotto la luna di Beirut" Rawi Hage, fotografo e scrittore libanese emigrato in Canada, ha descritto il legame inscindibile con Beirut, la sua città natale e come essa rimanga il cuore di ogni sua storia.

Sin dal suo romanzo di esordio, Il gioco di De Niro, la guerra civile libanese non è solamente l’ambientazione o lo sfondo delle vicende, ma un elemento centrale che porta i personaggi a confrontarsi con tematiche esistenziali, come la morte e la desolazione. L’autore libanese infatti non identifica la propria produzione nel romanzo di guerra, poiché la sua urgenza di narrare scaturisce dal bisogno di rielaborare un trauma e quindi va a toccare problemi come l’assurdità del vivere, il vuoto e il senso di straniamento.

Oltre a questi elementi ispirati dalla lettura di Camus (particolar modo da Lo straniero), è presente nello stile dell’autore una vena grottesca e assurda tratta da Kafka, rintracciabile soprattutto nel suo ultimo romanzo Beirut Hellfire Society, in cui una associazione ribelle organizza funerali per tutti coloro che per ragioni di orientamento politico, religioso o sessuale non possono essere seppelliti con un rito tradizionale.

Riguardo alla tragicomicità della vita, Rawi Hage si è espresso sottolineando la necessità di sdrammatizzare e ritornare a vivere anche nelle situazioni più difficili: «Siamo stati creati da un dio minore e possiamo prenderci gioco del mondo imperfetto che ha creato».

I suoi romanzi non si prestano ad una lettura politica: «preferirei non essere classificato come uno scrittore arabo che spiega la situazione politica in Medio Oriente, ma piuttosto come uno scrittore di transizione, che si occupa di letteratura e di opere finzionali». L’aspetto romanzesco tuttavia non esclude che possano essere colte le diverse sfaccettature di una realtà complessa, come quella libanese. L’autore anzi ha sottolineato come proprio gli scrittori abbiano documentato la storia del paese mediorientale e quindi difeso la libertà di espressione durante le dittature sia laiche sia teocratiche.


Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

Evento 10 “Sintomatologia della crisi” - Pensieri in comune mercoledì 4 ore 21.00 “Terra mediterraneo” - Evento 17 “Quando l’URSS faceva cultura” - Evento 31 “De la terre des pleurs un grand vent s'éleva” - Evento 35 “Sotto la luna di Beirut” - Evento 36 “La pagina bianca a volte è il mio nemico” - Evento 37 “Dare voce alla storia africana” - Evento 41 “Da dove nasce la crisi europea” - Evento 45 “Trovare la luce nelle tenebre” - Evento 46 “Astrid Lindgren: la vita è una favola amara” - Evento 47 “I miei personaggi mi rincorrono” - Evento 51 “Il fascismo storico” - Evento 60 “Il re dell’Atlantico” - Evento 67 “Messia e Rivoluzione” - Evento 68 “La bandiera del mio paese ha due colori” - Evento 70 “Una storia intima del nazismo” - Evento 77 “Il ricordo e il labirinto” - Evento 85 “Tra le gole dell’Armenia” - Evento 95 “Trafficanti di essere umani” - Evento 96 “Il pericolo di ideologia come alibi” - Evento 116 “La guerra, la scrittura, le donne” - Evento 119 “Da Norcia all’Europa” - Accento venerdì 6 ore 22.00 “Gran Cabaret socialista” - Evento 136 “Giocare con la narrazione” - Evento 153 “La storia si ripete?” - Evento 159 “Mondi separati dentro le città” - Evento 169 “Allons enfants” - Evento 203 “I barbari che siamo, i romani che non siamo” - Evento 213 “Come Davide contro Golia” - Read on domenica 8 ore 15.00 “EU dreamers” - Evento 221 “Il nome necessario”.

Festivaletteratura