Storia, letteratura e ironia
7 9 2019
Storia, letteratura e ironia

Il racconto storico fra realtà, finzione, ufficialità e ironia nelle riflessioni di Éric Vuillard

Al destino incerto dell'Europa è dedicata una parte importante degli appuntamenti in programma a Festivaletteratura 2019.


In una Basilica di Santa Barbara gremita lo scrittore e cineasta francese Éric Vuillard, autore di diversi romanzi storici e vincitore del premio Goncourt nel 2017, ha discusso del rapporto fra storia e letteratura assieme al giornalista Siegmund Ginzberg. Vuillard, uomo di grande spirito critico e profondo conoscitore di tutta la letteratura europea, è in grado di collegare sapientemente passato e presente con l’ausilio degli autori di cui per tutta la vita si è nutrito. Due sono i punti di partenza: L’ordine del giorno, romanzo sulla collaborazione fra grandi industriali tedeschi e nazismo, e La guerra dei poveri, sulle rivolte contadine in Inghilterra e Germania durante il XV e XVI secolo. Entrambe sono opere brevi, che cercano di conciliare rigore e leggerezza narrativa, ed entrambe pongono il medesimo problema: il rapporto tra fantasia e realtà nel racconto storico.

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I due elementi non sono antitetici come potrebbe sembrare: ogni opera letteraria contiene riferimenti alla realtà, e allo stesso modo ogni romanzo storico è formato inevitabilmente, per buona parte, dalla soggettività e dalla fantasia dell’autore. Posto che sempre si debba partire da una rigorosa ricerca, secondo Vuillard la fantasia è paradossalmente il metodo privilegiato per avvicinarsi alla realtà: è per esempio attraverso romanzi come Les miserables e Notre-Dame de Paris che molti, sia in passato che oggi, si sono interessati ai fatti reali dietro ai libri di Hugo. E la realtà, se guardata da vicino, è sempre così varia e interessante che raramente è necessario arricchirla con invenzioni o sentimentalismi: la fantasia si inserisce piuttosto nel romanzo sotto forma della soggettività dell’autore, vale a dire la scelta del materiale storico che egli decide di inserire nel racconto, giacché parlare di tutto non è possibile. Insomma: realtà e finzione sono sempre strettamente interconnessi, tanto che scinderli completamente non è mai possibile.

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La seconda grande riflessione riguarda il valore dell’ironia nel parlare del passato. Secondo il grande paleografo Armando Petrucci, più un discorso è ufficiale, meno ironia è possibile trovarvi all’interno, in quanto il potere ama raccontarsi frapponendo distanza fra sé e i suoi interlocutori, distanza che lo aiuta a mantenere il controllo. Proprio l’ironia dunque deve ritornare nelle pagine di chi voglia scrivere slegato da ogni autorità: così come nel Settecento faceva, fra gli altri, Voltaire, che utilizzava proprio questo strumento come arma per criticare la religione e la Chiesa. Fatti buffi, imbarazzanti, o anche solo privi di quella patina rigida di cui il potere ama cospargersi, si trovano spesso nella documentazione storica: segno di realismo allora è reintrodurre nella letteratura proprio questi aspetti più ordinari. Se, come dice Montesquieu nel De l’esprit des lois, ogni potere, quando è concentrato, tende ad abusare di se stesso, l’ironia e il realismo della letteratura storica sono anche strumenti fondamentali che in tutte le epoche la società ha, accanto alle leggi, per demistificare l’autorità e aiutare ad arginare questa tragica ma inarrestabile tendenza.

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Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

Evento 10 “Sintomatologia della crisi” - Pensieri in comune mercoledì 4 ore 21.00 “Terra mediterraneo” - Evento 17 “Quando l’URSS faceva cultura” - Evento 31 “De la terre des pleurs un grand vent s'éleva” - Evento 35 “Sotto la luna di Beirut” - Evento 36 “La pagina bianca a volte è il mio nemico” - Evento 37 “Dare voce alla storia africana” - Evento 41 “Da dove nasce la crisi europea” - Evento 45 “Trovare la luce nelle tenebre” - Evento 46 “Astrid Lindgren: la vita è una favola amara” - Evento 47 “I miei personaggi mi rincorrono” - Evento 51 “Il fascismo storico” - Evento 60 “Il re dell’Atlantico” - Evento 67 “Messia e Rivoluzione” - Evento 68 “La bandiera del mio paese ha due colori” - Evento 70 “Una storia intima del nazismo” - Evento 77 “Il ricordo e il labirinto” - Evento 85 “Tra le gole dell’Armenia” - Evento 95 “Trafficanti di essere umani” - Evento 96 “Il pericolo di ideologia come alibi” - Evento 116 “La guerra, la scrittura, le donne” - Evento 119 “Da Norcia all’Europa” - Accento venerdì 6 ore 22.00 “Gran Cabaret socialista” - Evento 136 “Giocare con la narrazione” - Evento 153 “La storia si ripete?” - Evento 159 “Mondi separati dentro le città” - Evento 169 “Allons enfants” - Evento 203 “I barbari che siamo, i romani che non siamo” - Evento 213 “Come Davide contro Golia” - Read on domenica 8 ore 15.00 “EU dreamers” - Evento 221 “Il nome necessario”.

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