La responsabilità di raccontare il fenomeno migratorio
6 9 2019
La responsabilità di raccontare il fenomeno migratorio

Narrare la complessità, fare inchiesta e ricordarsi che le parole sono azioni

Al destino incerto dell'Europa è dedicata una parte importante degli appuntamenti in programma a Festivaletteratura 2019.


Negli ultimi anni c’è stato un fallimento da parte dei media nel restituire la complessità del fenomeno migratorio in modo imparziale, completo e fedele alla realtà. La narrazione si è troppo spesso piegata alla volontà di influenzare l’opinione pubblica, usando vocaboli errati, raccontando solo un parte dei fatti, evitando di approfondire situazioni potenzialmente scomode.

Francesca Mannocchi, giornalista freelance che collabora con testate italiane e internazionali e ha realizzato reportage da Iraq, Libia, Libano, Siria, Tunisia, Egitto, Afghanistan, per cercare di rimediare a quello che percepiva come un proprio fallimento ha scelto la forma del romanzo, raccontando la storia di Khaled, “trafficante” di esseri umani.

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Khaled è l’unione di diverse persone incontrate in Libia nel corso degli anni, ma è anche il prodotto di un paese, di avvenimenti storici e di una particolare serie di circostanze. È un ragazzo di circa 30 anni che ha combattuto nella rivoluzione del 2011, ha vissuto il vuoto di potere che ne è seguito, ha perso qualcosa e come conseguenza ha fatto delle scelte. È al tempo stesso il risultato di uno Stato in cui quest’anno ricorrono cinquant’anni da quando Gheddafi ha preso il potere: il suo regime è durato oltre quarant’anni, la maggioranza della popolazione fino al 2011 non aveva conosciuto altro che la dittatura, sono scesi in piazza per chiedere libertà, ma solo dopo hanno capito di essere stati schiavi. Khaled è quello che i media definiscono “scafista”, la figura su cui per anni si è cercato, in modo semplicistico, di far ricadere la responsabilità degli sbarchi. Tuttavia, per le persone che tentano di raggiungere l’Europa tramite mare, racconta Francesca Mannocchi, lo scafista è semplicemente una persona qualunque che sa leggere la bussola o uno strumento per navigare e a cui viene detto di puntare a nord. Una persona a cui sono riconoscenti perché è l’unico modo che hanno per tentare di attraversare il mare e non esisterebbe se ci fossero alternative. Narrare la storia dal punto di vista del cattivo le ha permesso di riflettere sulla responsabilità occidentale, ma anche su come nella narrazione dei media si usino etichette e si perdano le persone, le loro vite e le loro storie, riducendole a stereotipi.

Il generale, il romanzo di Lorenzo Tondo, unisce al fallimento del giornalismo, quello della magistratura: un rifugiato eritreo viene scambiato per un trafficante di essere umani e incarcerato per tre anni, nonostante le numerose prove della sua innocenza, evidenti fin dall’inizio. Quello che all’estero è stato il processo italiano più seguito, in Italia non ha avuto quasi nessun eco, con giornalisti che non hanno avuto il coraggio di fare inchiesta e hanno accettato come verità assoluta qualunque pseudo-prova fornita dalla magistratura, senza fare nemmeno una semplice ricerca su google.

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Di fronte a questo fallimento, sostiene Francesca Mannocchi, l’unica narrazione possibile è quella della complessità: riportare al centro le vite, le singole storie, le persone e ricordarsi che le parole sono azioni, hanno un peso e influenzano le persone, sempre. Al tempo stesso è necessario sostituire il racconto della compassione con quello della diseguaglianza. Senza dimenticarsi, ricorda Lorenzo Tondo, che come giornalisti, non si ha solo il diritto di cronaca, ma anche il dovere di inchiesta.


Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

Evento 10 “Sintomatologia della crisi” - Pensieri in comune mercoledì 4 ore 21.00 “Terra mediterraneo” - Evento 17 “Quando l’URSS faceva cultura” - Evento 31 “De la terre des pleurs un grand vent s'éleva” - Evento 35 “Sotto la luna di Beirut” - Evento 36 “La pagina bianca a volte è il mio nemico” - Evento 37 “Dare voce alla storia africana” - Evento 41 “Da dove nasce la crisi europea” - Evento 45 “Trovare la luce nelle tenebre” - Evento 46 “Astrid Lindgren: la vita è una favola amara” - Evento 47 “I miei personaggi mi rincorrono” - Evento 51 “Il fascismo storico” - Evento 60 “Il re dell’Atlantico” - Evento 67 “Messia e Rivoluzione” - Evento 68 “La bandiera del mio paese ha due colori” - Evento 70 “Una storia intima del nazismo” - Evento 77 “Il ricordo e il labirinto” - Evento 85 “Tra le gole dell’Armenia” - Evento 95 “Trafficanti di essere umani” - Evento 96 “Il pericolo di ideologia come alibi” - Evento 116 “La guerra, la scrittura, le donne” - Evento 119 “Da Norcia all’Europa” - Accento venerdì 6 ore 22.00 “Gran Cabaret socialista” - Evento 136 “Giocare con la narrazione” - Evento 153 “La storia si ripete?” - Evento 159 “Mondi separati dentro le città” - Evento 169 “Allons enfants” - Evento 203 “I barbari che siamo, i romani che non siamo” - Evento 213 “Come Davide contro Golia” - Read on domenica 8 ore 15.00 “EU dreamers” - Evento 221 “Il nome necessario”.

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